Malattie infiammatorie croniche intestinali: ne parliamo?
18 giugno 2024 | Commenti |
Emma Raposo
Si parla poco delle MICI o IBD (dall’inglese Inflammatory Bowel Disease), le malattie infiammatorie croniche dell'intestino, eppure colpiscono quasi 40’000 persone in Svizzera. Cosa sono le IBD? È possibile curarle o ridurne i sintomi? Panoramica di queste malattie, in aumento negli ultimi decenni.
Cosa sono esattamente le IBD?
Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono il risultato di una reazione abnorme del sistema immunitario intestinale. Tra tali malattie, vi sono due patologie:
- La rettocolite emorragica, o colite ulcerosa, che è un'infiammazione continua della mucosa del retto e del colon.
- La malattia di Crohn, che è un'infiammazione cronica del tratto gastrointestinale. Progredisce a tratti, alternando fasi di remissione, e colpisce qualsiasi segmento del tratto gastrointestinale dalla bocca all'ano, ma più spesso si localizza nella parte terminale dell'intestino tenue e del colon.
Queste patologie sono diagnosticate presto in quanto i sintomi si manifestano generalmente tra i 15 e i 30 anni, e nell'80% dei casi prima dei 25 anni per quanto concerne il morbo di Crohn. È preoccupante notare che queste malattie sono in aumento negli ultimi quarant'anni.
Come si spiega l'aumento di queste malattie?
Vari fattori devono essere presi in considerazione nell’ambito di questo fenomeno, sebbene le cause esatte siano poco chiare. Oltre a una predisposizione genetica, ma non ereditaria, l'alimentazione, che svolge un ruolo essenziale nella composizione del microbioma intestinale, e fattori comportamentali come il fumo e ambientali (inquinamento, ecc.) potrebbero spiegare l'aumento dei casi.
Le IBD sono anche un importante fattore di rischio per lo sviluppo del cancro colorettale, o cancro del colon. Una persona affetta da IBD ha una probabilità da 2 a 2,5 volte maggiore di contrarre questo tipo di cancro dopo dieci anni di evoluzione della patologia. Tale rischio si moltiplica per cinque dopo 30 anni di progressione dell'IBD. Questo rischio più elevato è determinato da una serie di fattori, quali la gravità dell'infiammazione, il tempo di accumulo dell'infiammazione e l'età del paziente.
Quali sono i sintomi delle IBD e come si curano?
Immaginate una brutta gastroenterite che si protrae nel tempo. In altre parole, i sintomi ricorrenti sono:
- febbre
- stanchezza
- dolori articolari
- diarrea persistente, a volte sanguinolenta
- dolori addominali
- perdita di peso
Oltre ai sintomi intestinali, le persone affette da IBD possono manifestare anche sintomi come afte alla bocca, lesioni cutanee e lesioni oftalmologiche. Sebbene la maggior parte di questi sintomi sia invisibile dall'esterno, essi hanno un impatto estremamente nefasto, che si ripercuote sulla vita quotidiana dei pazienti.
Non esiste una cura per le malattie infiammatorie croniche intestinali. Tuttavia, l'obiettivo terapeutico è quello di ridurre i sintomi, di far durare più a lungo i periodi di remissione e di prevenire le riacutizzazioni. I pazienti sono curati con farmaci. Si ricorre all'intervento chirurgico soltanto in ultima istanza e, nei casi più estremi, può essere inserita una sacca esterna.
L’alimentazione può aiutare ad alleviare questi sintomi?
La ricerca ha potuto definire un legame tra lo squilibrio della flora intestinale e lo sviluppo di malattie infiammatorie. Gli effetti del ripristino della flora intestinale nei pazienti è una delle vie esplorate dai ricercatori. Anche il ruolo dei probiotici nel riequilibrare il microbiota intestinale è in fase di studio.
L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale per la salute dell'intestino. Sebbene nessuno studio sia stato in grado di dimostrare l'efficacia di una particolare dieta antinfiammatoria, gli studi tendono a dimostrare che un’alimentazione vegetale di tipo mediterraneo è benefica sia nella prevenzione che nella gestione delle IBD. Inoltre, è necessario tenere conto delle condizioni di ciascun paziente, in modo da adattare la dieta alle sue esigenze specifiche. Infatti, in alcuni periodi della malattia, sia in fase di remissione che di riacutizzazione, può essere prescritta una dieta molto specifica. La consulenza di uno specialista è quindi essenziale.
In genere, è importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata. Gli alimenti ultra-lavorati dovrebbero essere assolutamente evitati. Si dovrebbero preferire alimenti freschi e poco elaborati, evitando prodotti troppo grassi, troppo salati o troppo dolci. È inoltre preferibile consumare pesce e altri frutti di mare ricchi di omega-3, nonché carne bianca, riducendo il consumo di carne rossa a una o due volte alla settimana. Anche le cotture con meno grassi, come la cottura al vapore o al forno, e la scelta di proteine vegetali sono buone soluzioni. La caffeina e i cibi piccanti sono sconsigliati, perché potrebbero aggravare i sintomi dele IBD. Infine, l'idratazione deve essere sempre ottimale, soprattutto per le persone che soffrono di diarrea. Tabacco e alcolici sono da abolire.
L'obiettivo principale dell’alimentazione è quello di ridurre l'infiammazione e, quindi, i sintomi, preservando i nutrienti necessari. Non ha senso limitarsi senza sapere esattamente quali sono le proprie esigenze, in accordo con i professionisti della salute. Ogni paziente è diverso dall'altro e ha bisogno di un programma alimentare personalizzato. Tuttavia, è fondamentale che mangiare rimanga un piacere nonostante la malattia.